Potessi odiare l'innocenza
Potessi odiare l'innocenza
chiuso in un stanza senza luce e
un Dio con le mani legate e
la croce sulle mie spalle.
Potessi odiare l'innocenza
in mari aperti dove il fondo
è un abisso di paure senza inibizioni
e il mio senno si perde
nel vuoto dell'immensità.
Potessi odiare!!
Sì, potessi odiare l'innocenza
di un bambino appena nato
che mi odia tanto,
ma non mi conosce ancora.
Potessi odiare l'innocenza
di una madre:
una donna senza peccati,
senza amori, senza difetti.
Potessi essere l'uomo
per tutte le occasioni in mari,
in monti e nelle guerre
senza chiedere tanto mi
sentirei un Dio che ha chiesto
di essere l'assenso.
Se alla mia morte non sarò presente:
Aiutatemi,
vi prego!
Dottori!
Donne di strada! Preti!
Nel fuoco
di una donna versategli del
sale
benedetto, poi riscaldate un bisturi
molto
affilato e tagliente.
Infilzatelo
senza pietà dritto nel mio cuore
e rinascerò
un’altra volta lontano in una
terra di
nessuno.
Ove donne
di strada, preti e dottori non ci
saranno ed
io dormirò tranquillo e sereno.
Se alla mia
morte non sarò presente:
Aiutatemi,
vi prego!
Tu che non
sei né l’uno né l’altro.
Tu che
guidi nell’immensità, nelle vie e
nei deserti
tanta gente che non è più presente.
Invece io e
te saremo presenti l’uno accanto
all’altro
nel bene e nel male, con immenso
odio e
amore… vivremo sempre uniti.
A te piccolo fiore
dell’amore
che chi per amore via ti
han
portato illudendo i tuoi
pensieri.
A te piccola creatura
che i tuoi sogni
acerbi han derubato e
calpestando
loro han ferito i tuoi
sentimenti.
No, non è la gelosia che
ti ha portato
via questa realtà, ma
qualcosa di
superiore a se stesso
oltremodo;
qualcosa di enorme al di
là di ogni
possibile o che sia
normale sensazioni.
A te che ogni sogno era
ancora acerbo e
doveva ancor fiorir nel
tuo cuore, la tua realtà;
là dove i sogni lasciano
una scia del tuo Essere.
Là dove il futuro è
sempre presente e non
hai avuto la possibilità
di portare i tuoi
pensieri, i tuoi
sentimenti alla realtà.
A te che questa vita han
spezzato senza
lasciar traccia alcuna e
del tuo esile corpo
un manifesto voglio far
per l’innocenza
e l’ingenuità di una ragazza
per bene!?
In ogni vita, in ogni
sorte c’è sempre
un angolo oscuro nella
nostra vita e a
volte le verità, quelle
verità che ognuno di
noi ignora.
Si, le verità nascoste
non
possono essere rivelate
in nessun caso.
A te piccolo fiore
acerbo seppur maturo
che il tuo corpo han
amato e desiderato;
ora gelosi ora invidiosi
ma sempre
innamorati di te senza
arroganza.
A te che con amore e
ardore la tua memoria
non vogliono ferir,
mentre si lasciano che
l’incombenza della vita
ricada su di loro
purché il tuo eterno
amore riposa in pace
per l’eternità insieme
al tuo… segreto!!
No, la verità non può
essere rivelata,
laddove i sogni sono
ancor acerbi e han
ancora tutta la voglia
di fiorire
in un sogno, volo a
metà.
" Il cuore ragiona che ragione non conosce" di Filippo Giuseppe Pitrella
Pagine: 56 - Data di pubblicazione: Maggio 2013.
ISBN: 978-88-6587-3090 - Formato Brossura.
edito dalla Casa Editrice Montedit - Melegnano (MI)
Per informazione e ordine: fgpitrella@virgilio.it
Prefazione
Nella sua visione poetica domina la spontaneità e si assiste
al dilagare di un flusso d’emozioni e pensieri, riportati in componimenti che
adottano il verso libero e lasciano spazio alla pulsione creativa e all’impulso
lirico come a non voler porre limiti a questa espansione.
La colonna portante della presente silloge può essere
individuata nella concezione dell’amore nel suo significato più profondo, nella
sua essenza autentica, vera e pura.
Ecco allora che ben si comprende il senso di vuoto che
attanaglia a causa dell’assenza della persona amata, della figura femminile di
Silvia: Lei è la sua vita, “unica ragione di vita”. Lei regala la luce con la
sua bellezza e la sua dolcezza. Lei è “l’unica donna che ama” ed è “sempre nei
suoi pensieri, nei suoi sogni”.
Il suo slancio amoroso deflagra in innumerevoli vibrazioni:
il fuoco dell’amore “brucia” nel suo cuore, brucia nella sua anima e, ogni
istante, non desidera altro che pensare alla donna amata con tutto il suo
cuore, con tutto il suo ardore.
Le sue parole esprimono un profondo bisogno d’amore, che
diventa necessità vitale, come afferma e si evince in alcune poesie: il vuoto
che sente dentro il cuore deve essere colmato dall’amore di una donna, deve
sentire palpitare il cuore.
Nei giorni della vita, al contrario, si devono fare i conti
con la sofferta solitudine, con la malinconia che assale: a volte, capita di
sentirsi “sperduto” tra la gente, in preda a paure e timori che nascono dal
travaglio interiore.
Vivere non è facile e bisogna fare appello alla nostra
forza, al nostro coraggio per combattere “l’oscurità della vita”, le
contraddizioni dell’esistere, le delusioni e le tristezze, fino a non dover più
dire “com’è triste la vita”, anche se la donna amata “ha chiuso la porta e non
è tornata più”; e, ancor più desolatamente, “non c’è donna che mi sappia amare”
come nella poesia “Non c’è donna”.
La soluzione a queste confessioni che rattristano viene data
dallo stesso Filippo Giuseppe Pitrella quando afferma che “la vita è amare gli
altri”: ecco la pienezza della vita ed il recupero del senso di bontà che
abbonda nel suo animo e lo conduce sulla via della salvazione, della luce
amorevole che diventa fondamentale per ritrovare la pace interiore, la quiete
dell’animo.
Filippo Giuseppe Pitrella grida il suo amore e la “voce del
cuore” alimenta la sua poesia, costantemente e profondamente.
La miscela lirica cerca di superare la sensazione che lo fa
sentire “soffocato dal senso di questa vita assurda”, come a sentirsi travolto
dal destino in una vita che “corre veloce” e con la consapevolezza che “il
tempo passato non tornerà più”.
V’è da sottolineare, infine, che Filippo Giuseppe Pitrella
spazia in altre tematiche e, in primo luogo, si lancia in una critica alla
società moderna e alle contraddizioni dell’Uomo; in seconda istanza, affronta
la tragedia della guerra, la problematica dell’eutanasia e, ancora, la sofferta
condizione di una parte dell’umanità.
Nonostante alcuni riferimenti che riconducono ad una
sofferente visione e al senso d’inquietudine che serpeggia in alcune
riflessioni, Filippo Giuseppe Pitrella vuole offrire un segno di speranza, un
senso d’intima comunione spirituale.
In fin dei conti, è proprio l’amore che si diffonde nella
sua poesia, la avvolge e la conduce verso la visione luminosa e, poi, alimenta
la volontà sognante, la propensione al sogno, quasi a ricercare il senso d’una
rivelazione che affranchi dalle sofferenze e dalla solitudine.
Massimiliano Del Duca
La mia scelta
- Il mio pensiero per Eluana –
Era una
notte cosi buia…
Vi prego
fermate la mia corsa alla
sofferenza.
Vi prego
fermate la mia corsa alla
Solitudine-permanente.
Perché fate
della vita mia un caso
politico?
Perché fate
della vita mia un caso
religioso?
Io soffro e
vivo in solitudine dentro
questo
Tunnel senza fine,
senza
vedere più la luce.
La vita è
bella e vorrei vivere fino
alla fine
insieme ai miei cari,
vivere con
me stesso felice e sereno.
Vivere fino
in fondo ogni attimo,
desiderio
senza essere prigioniero del
mio corpo
della mia volontà.
Ora sono
lucido e vivo questi momenti
d’angoscia
in pace con me stesso e
con Dio.
Ora so che
sono una persona in piena
Coscienza
delle mie capacità di intendere
e di
volere: la mia facoltà!
Era una
notte buia e tempestosa, cosi buia
che ho
perso perfino la strada di casa;
Solo nella
mia solitudine mi sento felice…
Era una notte
cosi buia…
Silvia
Era un giorno che ho portato
appresso a me,
ma ora voglio appresso te
come questo giorno
che mi è stato sempre al cuore,
ora tu sarai!!
Silvia vieni con me ti prego,
sei la sola al mondo che mi dai
la luce del nuovo giorno,
vieni qua,
ti prego amore vieni qua.
Silvia amore mio se ti ho
"trovata" per caso e
se per disperazione ti tengo
tu lo sai... ti amo!
Tu lo sai, dove ho sbagliato io,
ma ora non mi dire più
che ho sbagliato io,
sarò come non sono mai stato,
t'amerò ancor di più.
La mia felicità si risveglierà
con te in un mondo
dove ho vissuto
per anni senza di te.
Tu Silvia hai sentito
molto sentimento per me,
ti sono vicino è come se giocassi
l'amore per aver più gusto.
Sei bella, come te non c'è nessuno,
sei dolce,
nella mia mente mi baci,
mi stringi, mi ami, sei tu.
Chi mi chiama, chi mi batte sei tu,
il mio amore e nell'anima
ho bisogno di te.
Padrone del tuo cuore
Donna senza tempo,
viso placato da un riso
dimenticato dal tempo.
Sguardo perso nel vuoto e
un uomo dentro al suo cuore.
Cercava un senso,
cercava il suo consenso,
cercava il suo amore,
ma non osava chiedere.
Timida e insicura passava
il suo tempo davanti
alla sua fotografia
perché cercava il suo consenso,
un suo cenno.
Desiderosa e fantasiosa
perse il senso,
perse quell'attimo
di insicurezza,
l'uomo le apparve
come uno spirito nel suo specchio,
agitata di quel momento si senti
sussurrare:
«Io, padrone del tuo cuore,
lasciati andare, lasciati
amare vieni in me».
Con il cuore in gola si abbandona
senza fiato su di un letto
troppo vuoto.
|
L'autore Filippo Giuseppe Pitrella
Nato in
Barrafranca (Enna), il 06.01.1963. Scrivo poesie sin dall'età adolescenziale.
La mia prima pubblicazione risale al 1982. Poeta e Scrittore e socio S.I.A.E.
(Roma) per la sezione musica, Socio sostenitore de "Il Club degli autori",
Membro Honoris a vita del C.A.D.P., e
socio O.N.P.I. (Ordine Nazionale poeti italiani). Premi e
riconoscimenti in diversi premi letterari di poesia e narrativa. Premi speciali,
diploma di merito, menzione d'onore e finalista; il secondo posto al concorso Miguel
De Gervantes 98 con diploma e Medaglia d'oro con il romanzo " L'EVENTO".
- " L'evento ", romanzo 1995 ed. Montedit,
Melegnano (MI).
- "Con il cuore e
l'anima". poesie 1998, ed. N. Calabria,
Patti (ME).
- " IlCuoreRagionaCheRagioneNonConoscePoesie " , poesie 2013, ed. Montedit,
Melegnano (MI).
- " L'evento " II Edizione, romanzo Marzo 2015 ed. Montedit, Melegnano (MI)
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